Cura del Disturbo Ossessivo-Compulsivo. Tecnica della Esposizione con Prevenzione della Risposta Razionale, scopi e modalità di attuazione

La tecnica consiste nell’esposizione del paziente, in vivo o in immaginazione, a stimoli ansiogeni di intensità sempre maggiore e nel blocco dell’esecuzione dei rituali.

Diverse ricerche hanno dimostrato che sottoponendo i pazienti a stimoli che attivano il rituale, e chiedendo loro di non metterli in atto, inizialmente il malessere e l’impulso ad effettuare il rituale aumenta, ma l’ansia non si acutizza, all’opposto subisce gradualmente un calo fino alla diminuzione del disagio.

Ripetendo il procedimento si giunge man mano alla constatazione che dopo ogni esposizione lo stimolo ansiogeno determina un breve picco dell’ansia che ha una risoluzione quasi immediata; in altre parole, si riduce notevolmente il tempo necessario per pervenire ad uno stato di normalità.

L’importante è che il paziente si renda conto che l’ansia diminuisce anche senza mettere in atto il rituale e che l’attuazione dello stesso, invece, la riduce solo temporaneamente; dunque è più vantaggioso esporsi allo stimolo ansiogeno e riuscire a tollerare l’ansia che mettere in atto tentativi di evitamento o arrendersi ai rituali.

Prevenire la risposta non significa impedire fisicamente al paziente di non mettere in atto il rituale bensì condurlo ad una scelta volontaria di non attuarlo.

La tecnica dell’Esposizione e prevenzione della risposta può anche essere applicata ai pensieri e alle immagini ossessivi, in assenza di rituali. La procedura consiste nell’esporre il paziente al pensiero temuto, che suscita ansia, tentando di far evitare i rituali cognitivi finalizzati a far scemare il disagio.

Nel particolare la procedura consiste nel decidere con il paziente quali sono le situazioni che vuole affrontare per prime, non necessariamente, quindi, quelle meno ansiogene; ad ogni esposizione allo stimolo viene chiesto al paziente di assegnare un punteggio sia al grado di ansia, sia alla volontà di eseguire il rituale e lo si invita a non metterlo in atto; si ricorda al paziente quanto spiegato in precedenza, chiedendogli di attendere che l’ansia si riduca da sola. Raggiunto il momento in cui il soggetto si sente più tranquillo lo si invita ad assegnare di nuovo i punteggi, confrontarli con i precedenti ed evidenziare come seguisse, alla non esecuzione del rituale, la riduzione del malessere e della sensazione di probabilità che l’evento temuto avvenga realmente. Si procede continuando in tal modo esponendo il paziente alle situazione sempre più temute.


Articolo a cura della
Dr.ssa Mariella Spilabotte
Psicologa e Psicoterapeuta a Frosinone

Dr.ssa Mariella Spilabotte

Psicologa e Psicoterapeuta a Frosinone
P.I. 2389810603
Iscritta all’Albo Professionale degli Psicologi della regione Lazio n. 6739
Laureata in Psicologia

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