“Preoccuparsi è dannoso come aver paura; serve solo a far le cose più difficili.”
Ernest Hemingwai
L’ipocondria è definita come un atteggiamento psichico caratterizzato da una severa apprensione per la propria salute. Chi è affetto da ipocondria tende spesso ad analizzare e sopravvalutare in maniera ossessiva anche minimi disturbi.
Un soggetto viene definito ipocondriaco nel momento in cui, nonostante molteplici rassicurazioni mediche, continua a temere per la propria salute e a sopravvalutare determinate sensazioni corporee.
Il paziente affetto da ipocondria ha tutte le capacità per interpretare le conclusioni dei medici in merito al suo stato di salute e tutte le rassicurazioni, valide e provate, che gli vengono date ma continua a male interpretare la sua situazione.
Ci può essere preoccupazione per alcune funzioni corporee o anche per piccole alterazioni fisiche.
C’è, ad esempio, chi si preoccupa per il suo battito o per la respirazione, chi per piccole ferite così come c’è chi riporta delle sensazioni fisiche confuse.
In alcuni casi le preoccupazioni si focalizzano su un singolo organo o su una specifica malattia.
Il soggetto ipocondriaco si allarma nel momento in cui viene a sapere di qualcuno malato o sente parlare di una malattia. Quest’ultima diviene un fulcro della sua quotidianità e delle sue conversazioni e questo comporta anche un innalzamento del livello di stress.
I sintomi dell’ipocondria possono palesarsi a qualsiasi età anche se nella maggior parte dei casi si parla di soggetti che entrano nell’età adulta. Il disturbo non riguarda principalmente un sesso o un altro, ma si distribuisce in maniera abbastanza equa tra maschi e femmine.
L’evento scatenante si ravvisa spesso nella comparsa di sintomi fisici non previsti o, anche, nella morte di una persona cara o nella notizia della malattia di qualcuno.
Questi eventi innescano dei pensieri disfunzionali che inducono il soggetto a immedesimarsi e a pensare di essere affetto da malattie e problemi di vario tipo.
Solitamente i soggetti ipocondriaci tendono ad avere un’immagine di sé che coincide con quella di persone fragili e inclini alle malattie. Proprio attorno a questa percezione molti ipocondriaci costruiscono la loro immagine e di conseguenza anche i rapporti con gli altri. pazienti ipocondriaci abbiano un’immagine di sé caratterizzata dall’assunzione di essere
La loro attenzione è sempre puntata sulla ricerca e sul monitoraggio di processi fisici come, ad esempio, battito cardiaco o respirazione, ma anche sull’attività dell’apparato gastro-intestinale e su molti altri processi.
Per questo motivo non è raro notare che i soggetti ipocondriaci sono costantemente impegnati all’analisi del loro corpo alla ricerca di anomalie.
Chi soffre di ipocondria spesso si ritrova a rimuginare sul proprio stato di salute e ad avvertire una tensione ansiosa che porta a interpretare come catastrofico qualsiasi segno.
Alla luce di quanto detto è importante capire come curare il disturbo ipocondriaco.
In primo luogo è importante valutare la terapia psicologica per la cura dell’ipocondria. L
Nello specifico la psicoterapia cognitivo-comportamentale è quella più in linea con la cura di questo disturbo soprattutto perché risulta essere molto efficace anche nel breve periodo.
Si deve sottolineare che la cura dell’ipocondria non è sempre semplice poiché ci si ritrova dinanzi a dei pazienti che non sempre riescono a cogliere che il loro stato non sia dettato da malattie o problematiche fisiche.
La psicoterapia ha il compito di interrompere il circolo vizioso che porta il soggetto a pensarsi costantemente malato e costantemente in pericolo per qualche malattia. Gli effetti benefici di questo percorso si notano soprattutto quando si ha a che fare con dei pazienti che si rendono conto che le preoccupazioni sono eccessive.
Se il soggetto accetta, alla psicoterapia si aggiunge anche una cura farmacologica con antidepressivi.
Articolo a cura della
Dr.ssa Mariella Spilabotte
Psicologa e Psicoterapeuta a Frosinone
Psicologa e Psicoterapeuta a Frosinone
P.I. 2389810603
Iscritta all’Albo Professionale degli Psicologi della regione Lazio n. 6739
Laureata in Psicologia