Breve descrizione dei concetti diffusamente utilizzati nella Psicopatologia e nella Psicoterapia Cognitivista.
Descrizione sintetica del loro ruolo nella genesi e nel mantenimento dei disturbi mentali
Sono rappresentazioni mentali coscienti o precoscienti che anticipano, accompagnano e seguono uno stato emotivo problematico.
Sono pensieri che emergono quasi automaticamente e rapidamente, senza alcun’attività di riflessione, in forma breve e telegrafica; inoltre, esprimono la specifica modalità con cui l'individuo interpreta, attribuisce significato agli eventi.
Questi pensieri automatici negativi indicano la presenza di regole inferenziali (inferenze: ipotesi che possono essere vere o false, sono predizioni su ciò che sta accadendo, o accadrà o è già accaduto e vanno oltre l'evidenza dei fatti), e strutture di significato stabili che si trovano alla base dei processi ideativi (schemi cognitivi) che sono definite disfunzionali quando interpretano erroneamente la realtà, distorcendola.
In altre parole, questi modelli disfunzionali regolano in modo patogeno l'elaborazione dell'informazione e si esprimono attraverso i pensieri automatici.
Riguardano il processo di elaborazione degli stimoli (eventi, fatti, pensieri) e attengono alla attribuzione soggettiva di dati che "vanno oltre l'evidenza dei fatti". Tali distorsioni sono utilizzate nel normale funzionamento mentale.
Diventano disfunzionali quando vi è la compresenza di più errori e una maggiore frequenza di utilizzo di tali procedure rispetto al ragionamento realistico e funzionale.
Le distorsioni cognitive sono euristiche (scorciatoie cognitive che semplificano gli eventi, ci aiutano a ragionare, a prendere decisioni immediate, ma non sempre sono efficaci) di ragionamento, che svolgono una funzione adattiva in situazioni di emergenza.
Sono errori procedurali sistematici nei processi di valutazione e di giudizio.
I principali errori procedurali sistematici di valutazione e di giudizio sono: deduzione arbitraria, astrazione selettiva, ipergeneralizzazione, l'ingigantire e il minimizzare, la personalizzazione, il pensiero dicotomico.
E’ necessario precisare che tali modalità di pensiero sono comuni a tutti gli individui e pertanto il loro utilizzo non è sinonimo di psicopatologia, però se costantemente applicati a credenze disadattive, diventano nocivi.
Sono regole implicite e principi fondamentali che regolano il comportamento e che trovano la loro origine nelle prime esperienze di crescita.
“Associazione ricorrente di temi di pensiero, emozioni e, eventualmente, sensazioni somatiche segnate da sofferenza soggettiva o ricercati compulsivamente per evitare l’insorgenza di altri stati problematici” (Semerari, 2000).
Beck assume che la fonte della patologia ed il suo mantenimento si evidenziano nel ricorrere sistematicamente alle euristiche, ad operare in prevalenza errori nell’elaborazione degli eventi all’interno del dominio problematico.
Bibliografia
Beck A.T. (1976) Principi di Terapia Cognitiva. Un approccio nuovo alla cura dei disturbi affettivi. Astrolabio, Roma, 1988
Semerari, A. Storia, teoria e tecniche della psicoterapia cognitiva. Ed. Laterza, 2006
Articolo a cura della
Dr.ssa Mariella Spilabotte
Psicologa e Psicoterapeuta a Frosinone
Psicologa e Psicoterapeuta a Frosinone
P.I. 2389810603
Iscritta all’Albo Professionale degli Psicologi della regione Lazio n. 6739
Laureata in Psicologia